SIAMO CORPI

STORIE E MEMORIE DI CORPI

Nella mia pratica pittorica indago il corpo come luogo di attraversamento e di trasformazione. La pelle non è mai barriera, ma soglia permeabile. Cerco di mettere in discussione i dualismi radicati nella cultura occidentale, dentro/fuori, soggetto/oggetto, umano/naturale e di restituire un’idea di materia condivisa il cui il corpo si dissolve nell’universo e viceversa. ​La mia intenzione è di creare le condizioni affinché i corpi non si lascino catturare da categorie predeterminate. Voglio che la pittura sia un gesto di resistenza ai confini, un esercizio di apertura e di ascolto verso ciò che ancora non so vedere.​

In my pictorial practice, I explore the body as a site of crossing and transformation.​ The skin is never a barrier, but a permeable threshold.​ I seek to challenge the dualisms rooted in Western culture — inside/outside, subject/object, human/natural — and to reclaim an idea of shared matter, where the body dissolves into the universe and the universe into the body.​ My intention is to create conditions in which bodies resist being captured by predetermined categories.​ I want painting to be a gesture of resistance against boundaries, an exercise in openness and listening toward what I do not yet know how to see.

Le porzioni dell’opera prive di colore rappresentano una sorta di omaggio al nulla, ai momenti di sospensione e all’assenza, sottolineando l’importanza del vuoto in una società spesso dominata dall’iperattività e dall’iperproduttività. Attraverso la sua pittura, Alessandra Mita ci guida in un viaggio di scoperta e introspezione che invita a contemplare la bellezza e la potenza del silenzio, del vuoto e della riflessione come chiavi per una comprensione più profonda di noi stessi e del mondo che ci circonda.